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Asilo dell’orrore, l’avvocato: “Gogna pubblica ingiusta”

Gianni Perrotta, difensore di una delle due maestre indagate a piede libero per presunti maltrattamenti in una scuola dell’infanzia di Venafro, frena la deriva giustizialista e avvisa: mi risultano minacce pervenute alle docenti, bisogna andarci cauti. Intanto l’Ufficio scolastico regionale avvia un procedimento disciplinare. La prossima settimana gli interrogatori di garanzia
ISERNIA. Invita alla calma e a evitare processi di piazza prima del tempo. GianniPerrotta (nella foto), avvocato della maestra di 49 anni indagata a piede libero
insieme a una collega di 58 anni per presunti maltrattamenti sugli alunni di un asilo di Venafro, bolla come “gogna pubblica ingiusta” la deriva giustizialista seguita alla diffusione del video della Squadra Mobile di Isernia che mostra alcuni degli episodi di violenza contestati.
Insieme al collega Adriano Iannacone, Perrotta accederà al fascicolo d’indagine direttamente lunedì mattina, avendo ricevuto solo ieri, nel giorno della conferenza stampa rimbalzata sui media di tutta Italia, la notica dell’applicazione della misura cautelare che ha sospeso le due docenti dall’insegnamento. “Ho visto un’eccessiva spettacolarizzazione – ha dichiarato il legale isernino – Queste donne sono entrambe madri di famiglia e, a seguito della gogna pubblica di ieri mi risulta che abbiano già ricevuto minacce, vere o presunte. A chi mi chiede – ha aggiunto
Perrotta – delle immagini mostrate con il video della Mobile non posso che rispondere che l’attività processuale è cosa ben diversa da un video. In ogni caso, sono perfettamente consapevole della delicatezza del caso. Proprio perciò ritengo che mostrare in tv atti processuali in fase di indagine preliminare sia un’esagerazione. Gli organi inquirenti dovrebbero, a mio avviso, riettere sulle norme giuridiche di questa fase, che è a tutela della persona sottoposta a procedimento. Non possiamo già condannare chi è semplicemente indagato, allo stato attuale”. Per quanto, va detto, la procura avesse chiesto gli arresti, negati tuttavia dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia Arlen Picano.
Insomma, Perrotta nel merito non entra, limitandosi a dire che l’interrogatorio di garanzia, per il quale ci sono 10 giorni di tempo, potrebbe svolgersi già per metà della prossima settimana. Praticamente certa la strada del Riesame, una volta acquisiti gli atti.

Intanto, mentre tutto il Molise e in particolare la città di Venafro si dicevano sgomenti per quanto appreso dalla conferenza stampa del procuratore capo Carlo Fucci, afancato dal sostituto Maria Carmela Andricciola, dal questore Roberto Pellicone e dal dirigente della Squadra Mobile Luigi Vissicchio, nella stessa giornata di ieri presso l’istituto scolastico balzato alle cronache che “asilo degli orrori” la dirigente scolastica teneva un incontro a porte chiuse con i genitori in presenza della dirigente dell’Ufcio scolastico regionale Anna Paola Sabatini che,
come da prassi, ha avviato un procedimento disciplinare a carico delle due maestre indagate. A distanza, a presidiare l’incontro, con discrezione e in borghese, le forze dell’ordine. Enorme l’indignazione delle mamme, scosse e incredule per il trattamento ricevuto in classe dai propri figli, al punto che ora non sembrano nutrire più ducia verso l’istituzione scuola in sé. Per molte, i piccoli anche di 2 e 3 anni venivano istruiti a dare calci, pugni e sputi agli altri bambini: occhio per occhio, dente per dente.
In attesa degli sviluppi giudiziari della’operazione, denominata ‘Lasciateli giocare’ – che il procuratore Fucci ha auspicato si concluda celermente come le indagini svolte,
in soli venti giorni – le due insegnanti sono state ovviamente sostituite. Mentre l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Di Baggio, è intervenuto chiedendo, oltre alla videosorveglianza nelle aule di cui già si discute da tempo, anche l’istituzione di visite mediche psicoattitudinali periodiche, per docenti e tutto il personale a contatto con i bambini.

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